sabato 27 giugno 2015

La festa.



Quella sera mi aveva ordinato di mettere il mio corsetto da schiava.
Mi ero vestita senza fare troppe domande.
"Sbrigati" mi urlava, in piedi sulla porta - No. Non era proprio il caso di fare domande.
Mi fermò stringendomi con forza un polso. "Aspetta. Nessuno ti ha dato il permesso di uscire!" - era davvero infastidito - "devo controllare. Allarga le gambe e vedi di farmi fare bella figura stasera!".
Infilò la sua mano tra le cosce, e passo le dita su ogni buco, poi prese le manette e mi chiuse i polsi dietro la schiena. "Sali in macchina! Abbiamo da fare un sacco di strada e per colpa tua siamo già in ritardo.. Prenderai una cinghiata per ogni minuto di ritardo che faremo." disse aprendomi lo sportello.
".. Mah..." - obbiettai con un filo di voce, mentre con difficoltà mi sedevo nell'auto.
"Allora non hai capito?? non voglio sentirti fiatare. Dobbiamo fare un sacco di chilometri e siamo già in ritardo. E non ti conviene farmene fare altro."
Uscì dalla città e imboccò l'autostrada. L'auto correva veloce sulla strada, mentre cercavo di capire dove stavamo andando, aggrappandomi con gli occhi ad ogni cartello stradale.
Nella fretta non ero potuta andare in bagno, e dopo un'ora di viaggio non resistetti più. "Padrone, la prego, ho bisogno di fare la pipì" dissi con un filo di voce.
Mi guardò scocciato. "Accosto alla prossima piazzola"
L'auto rallentò la corsa e si fermò alla prima piazzola.
Lui scese e mi aprì lo sportello "Scendi. Voglio vederti pisciare come una cagna." Mi guardava divertito mentre mi inginocchiavo con difficoltà, le mani strette dietro la schiena, nuda, sul bordo della strada, mentre le auto sfrecciavano a tutta velocità e i fari a tratti mi illuminavano.
Mi aiutò a rialzarmi e ad entrare in macchina. Prima di ripartire, mi mise un cappuccio in testa.
"Il posto è segreto. Vedrai, ti piacerà." Il cuore cominciò a battermi forte, la mente correva veloce tra i pensieri. Avevo paura. E i polsi cominciavano decisamente a farmi male.
La macchina rallentò, uscì dall'autostrada. Dopo poco, la strada si fece imbrecciata e tortuosa, finchè l'auto non si fermò.
Lo sentii scendere e sbattere lo sportello. Ritornò dopo pochi minuti. "Scendi. Sbrigati. Le prenderai davanti a tutti! mi hai fatto fare 20 minuti di ritardo. Stanno aspettando tutti noi!" - urlava. Era davvero arrabbiato. Mi agganciò il guinzaglio al collo e mi liberò i polsi, trascinandomi qualche metro. Barcollavo sui tacchi senza vedere niente.
"In ginocchio cagna!" gridò.
Sentii aprire un portone "Buonasera. Ben arrivato Signore. La preghiamo di tenere la sua cagna al guinzaglio e di verificare che non sporchi".
Mi trascinò dentro per qualche metro, mentre si affollavano domande nella mia testa. Non capivo proprio dove potevamo essere finiti.
"In piedi" mi ordinò, togliendomi il cappuccio. "Faccia al muro"
Ebbi il tempo di vedere dov'ero mentre mi giravo. Una stanza illuminata dalla luce soffusa delle candele e animata da un brusio leggero di persone che parlavano, odore d'incenso mischiato al sigaro. Dietro di me un divano molto lungo con degli uomini elegantemente vestiti.
"Non lo farà veramente" pensai, mentre il mio cuore batteva all'impazzata.
"Scusate. Cominceremo subito non appena avrò messo in riga questa sgualdrina." Sentii che si sfilava la cintura e dopo poco cominciarono ad arrivare i colpi. Uno dopo l'altro, senza darmi il tempo di rendermi conto. Uno per ogni minuto.
"Girati adesso", disse. Presi fiato. Avevo trattenuto il respiro tra vergogna e dolore.
C'erano persone ovunque. Una gabbia in un angolo della stanza con delle schiave, altre facevano da poggia piedi a degli uomini seduti sui divani, altre ancora, in ginocchio, intrattenevano i loro Padroni.
Mi sentivo spogliata come non mai, gli sguardi di quegli occhi sul mio corpo e il sedere bruciante.
Una persona si avvicinò a noi con la sua schiava al guinzaglio e salutò il mio Padrone.
"In ginocchio. Saluta come si deve." Mi inginocchiai e baciai i piedi di quell'uomo, senza neanche sapere chi fosse.
Ci spostammo in un lato della stanza dove c'era un enorme letto. "Vediamo come hai educato la tua schiava. Fateci godere adesso!"
Io e l'altra schiava salimmo sul letto e altre persone si avvicinarono a guardare.
Cominciammo a baciarsi. Lei mi stringeva i capezzoli tra le dita e mi leccava il viso, mentre io le accarezzavo i capelli. Sfiorai la sua pelle fino alla figa. Era bagnata. Avvicinai le dita per sentirne il profumo e leccare il suo sapore.
Lei mi sdraiò sul letto mentre continuava a stringermi i capezzoli fino a farmi urlare e la sua lingua scivolava sulla mia pelle fino alla figa.
Girai la testa. Lui era lì, seduto. Mi guardava soddisfatto insieme agli altri.
La sua lingua mi sfiorava il clitoride, mentre mi penetrava con le dita.
Le chiesi di salirmi sopra, il suo culo sopra il mio viso, la sua fica morbida ed arrossata, il suo clitoride turgido, il miele che le colava tra le cosce.
Accarezzavo il suo splendido corpo, così arcuato sopra di me, la sua schiena, i suoi fianchi, le sue cosce, il suo culo stupendo, i suoi piedi, mentre lei continuava a leccarmi.
Le divaricai le natiche e passai la lingua sulla sua figa fino al suo buchetto. Il suo corpo fremeva, mentre l'assaporavo. Infilai le dita nella sua figa mentre con la lingua le penetravo il culo.
Infilai un dito, poi due, mentre con la lingua raccoglievo il suo succo e le succhiavo il clitoride.
Lei si muoveva sul mio viso, i suoi seni danzavano superbi coi capezzoli turgidi. Godeva, ansimava e gridava dal piacere, il viso affondato tra le mie gambe a far vibrare il mio corpo.
Lui si avvicinò dicendomi "tienile aperto il culo" ed infilò il suo cazzo. Lei gridava mentre lui la inculava, la sua figa colava sul mio viso. Il suo corpo sussultava sul mio ad ogni colpo, finchè esplose in un violento orgasmo, accasciata accanto a me.
Lui mi affondò il cazzo in bocca, in fondo, fino alla gola.
Venni. Il cervello asfissiato dal piacere, la bocca piena della sua sborra.

___ ilBiancoEilNero





lunedì 22 giugno 2015

Da te.

… da te imparo pura e semplice la furia della carne. 
Il nascere spaventoso all'inizio poi precipizio […]
Credo nel tuo corpo e nel mio ora ogni giorno che ti asciugo, respiro e riposo e tengo ogni tuo gesto segreto e fedele nel mio piegato. 

___ S. Massari


lunedì 15 giugno 2015

Conosco

Conosco il sapore della Tua pelle, il profumo che emana quando è con la mia.
Conosco il profumo che mi resta sulle mani quando me ne vado.
Conosco il sapore del Tuo sperma nella mia bocca, leccato sui miei piedi, raccolto con le dita dalla mia fica.
Il sapore del tuo sperma assaggiato dalla bocca di colei che ti ha dato l'orgasmo, mentre inginocchiata Ti scopo la mente e mi cibo di Te.
Tutto ciò che conosco è Tuo, o Tuo in me.

Tutto ciò che conosco, ora, sei Tu. 

___ il Bianco E il Nero