lunedì 15 ottobre 2012

Sua

Quando Louise si fermò davanti al grande letto di ferro, in attesa, lui le disse: “Tieni la cintura.” 
Poi incominciò lentamente a strapparle il vestito intorno ad essa. Con calma e senza sforzo, gliela strappò striscia
per striscia, come se fosse fatta di carta. 

Louise tremava sotto la forza delle sue mani. Oramai era tutta nuda salvo per la pesante cintura d’argento.
E solo allora lui la fece sdraiare sul letto e la baciò interminabilmente, con le mani sui suoi seni. Ella sentì il peso doloroso sia della cintura che delle mani di lui che le premevano forte la carne nuda………..

Antonio ignorò i suoi movimenti di impazienza. Non solo continuò a baciarla come se stesse bevendole tutta la bocca, la lingua, il respiro, risucchiandolo nella sua grande bocca scura, ma le sue mani la dilaniavano, si immergevano a fondo nella sua carne, lasciandole segni dolorosi dappertutto. Louise era bagnata e tremante…………..
“C’è tempo,” le disse lui……..Poi si allontanò e si spogliò. 


Aveva un corpo bruno e dorato, un pene liscio come il resto del corpo, grande, solido, come un bastone di legno
tornito. Louise lo prese in bocca, cadendo su di lui. Le sue dita la percorrevano dappertutto, nell’ano, nel sesso; la lingua si infilò nella bocca, nelle orecchie. Le morse i capezzoli, le baciò i ventre e glielo morse. 


Louise cercava di soddisfare il suo desiderio strofinandosi contro la sua gamba, ma lui non glielo permise.
La piegò come fosse fatta di gomma, rivoltandola in ogni posizione.
Con le sue mani forti prendeva qualsiasi parte del corpo di lei di cui aveva voglia e se la portava alla bocca come un boccone saporito, senza preoccuparsi di cosa succedeva al resto del corpo. Proprio così, le prese il culo tra le mani, se lo portò alla bocca e lo morse e lo baciò. 


Louise lo implorava: “Prendimi, Antonio, prendimi, non ce la faccio più!”. Ma lui non la prendeva.
A questo punto il desiderio del suo ventre infuriava come un incendio. Pensò che l’avrebbe fatta impazzire. Qualsiasi cosa cercasse di fare per raggiungere l’orgasmo, lui la frustava. Persino se lo baciava troppo a lungo, lui si allontanava. Mentre Louise si muoveva, la sua cintura faceva un suono tintinnante, come la catena di una schiava. E in verità, adesso era la schiava di questo enorme uomo bruno. Comandava come un re. Il piacere di Louise era subordinato al suo e la donna si rese conto che non poteva fare niente contro la sua forza e la sua volontà. 


Egli voleva sottomissione. 


Il desiderio le morì dentro per puro esaurimento. Tutta la tensione abbandonò il suo corpo, ed ella divenne soffice come cotone. E in questa morbidezza l’uomo si immerse con grande esultanza. 


La sua schiava, la sua proprietà, un corpo spezzato, ansimante, malleabile, che diveniva morbido sotto le sue dita. Le sue mani le frugarono ogni angolo del corpo, senza lasciare nulla di intatto, plasmandolo, forgiandolo per
assecondare la sua bocca, la sua lingua, premendolo contro i suoi grandi denti brillanti, marchiandola come sua.


Anais Nin

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