martedì 9 settembre 2014

Fottermi il cervello

Sdraiata sul letto, le gambe spalancate, la mente pervasa dal desiderio di Lui, la mano infilata nelle mutandine, a cercarLo convulsamente tra le labbra bagnate.

Se solo sapesse che stavo pensando a Lui, quando mi ha scritto.
"Ti voglio in ginocchio ai piedi del letto. Pronta, come è dovuto ad una schiava.
Voglio la tua figa calda e bagnata e il culo pronto ad accogliere il mio cazzo."

Mi alzo immediatamente dal letto, come se fossi stata scoperta. Mi stavo masturbando senza il Suo permesso - pensavo - se solo lo sapesse.
Sfilo le mutandine e mi inginocchio ai piedi del letto, gli umori che colano tra le gambe.
Lecco le dita e le faccio scivolare sul mio buco. E' chiuso, stretto.
Fremo dalla voglia di sentire tutti i miei buchi riempiti, colmati. Invasi come la mia mente.
E' il corpo che lo urla, bulimico.
La bocca affamata, la figa gonfia, umida.
Spingo un dito nel culo, poi due dita. Lo sento cedere, nel dolore, bagnato dei miei umori.
Affondo le mie dita dentro, la testa appoggiata sul bordo del letto.
E' il Suo buco ormai. Ha registrato i segni dei Suoi passaggi, adattandosi al Suo cazzo, come se avesse una memoria. Come uno stampo. Posso sentirlo dentro con le dita, lo spazio che il Suo cazzo colma, immaginarlo affondare dentro me. Teso. Ingordo.
Mi apro per Lui, pronta ad accogliere le Sue voglie, le Sue perversioni, il Suo piacere.
La porta si apre alle mie spalle. A fatica freno la voglia di girarmi a guardarlo, il cuore che batte all'impazzata, il respiro ansimante. Come una cagna riconosco il Suo odore nella stanza, la figa grondante di umori.
Lo sento dietro di me, sento il Suo sguardo percorrere ogni centimetro del mio corpo fremente.
Si avvicina, mi costringe ad alzare la testa strattonandomi per i capelli.
Sento la frescura della seta avvolgermi gli occhi. E all'improvviso, il buio.
Mi chiude la bocca con del nastro adesivo.
Mi sento disorientata, il respiro difficoltoso e veloce.
Sento il Suo piede frugare nella mia figa, a tastarne gli umori.
Senza potermi rendere conto affonda il Suo cazzo nel mio culo, a forzare anche l'ultima difesa.

Scoparmi il culo, per scoparmi la mente, di nuovo.

Un urlo strozzato esce dalla mia bocca.
Il mio corpo cede sotto le Sue spinte annaspando nell'aria, il cazzo ingoiato dalla mia voglia.
Impotente, ridotta al silenzio, con i colpi che soffocano voce e pensieri, risuonano gli spasmi e gli schizzi del Suo orgasmo dentro me.

Giù. In fondo.
Al principio della carne Sua, al termine della carne mia, fino a fottermi il cervello.

___ IlBiancoEilNero


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