venerdì 27 settembre 2013

Stanotte.

Cammino nel buio della città. Il ticchettio dei miei tacchi risuona nel silenzio della strada.
Non dovrei girar sola a quest'ora. Ma stasera era terribile.
Non riuscivo a star chiusa in casa. Stavo soffocando nel dolore.
Avevo bisogno d'aria. Di quell'aria fresca sul viso che mi calma come una carezza.
Mi sono infilata due cose, e sono uscita di corsa, sbattendo la porta di casa tra le urla di mia mamma.
Stasera è una di quelle sere in cui non ragiono, in cui la nebbia mi avvolge il cervello distorgendo i pensieri.
Potrei infilarmi in qualunque casino, alla ricerca di qualcosa che faccia svanire il tormento che ho dentro, alla ricerca di un modo per distruggermi e non sentirlo più.
Sono scappata ancora. L'ho fatto ancora - penso tra me e me, mentre il mio volto si riga di nero.
So solo che se capisse, sarebbe tutto quello che ho sempre desiderato.
Perchè ho così paura? Perchè non riesco a curare quel dolore?
Incrocio lo sguardo con quello di un ubriacone buttato a terra in un angolo del vicolo.
Sì. Guardami. In fondo non siamo così diversi io e te.
Entrambi incapaci di combattere i propri mostri, entrambi incapaci di vivere diversamente, entrambi alla ricerca di qualcuno o qualcosa che riesca a salvarci.
Come te ci sono ricascata, tu nel tuo demone rosso, io nel mio incubo, drogati dalla paura.
Sono un disastro. E chi vorrebbe stare con un disastro?
Bisogna davvero essere un pazzo per decidere di stare con una come me.
Sono eccessiva in tutto, nell'amore, nel dolore, nella rabbia, nella gioia.
Stropiccio il lenzuolo, tenendolo stretto tra le mani come i ricordi che si affacciano nella mia mente.
Vorrei tu fossi qui adesso, per farmi smettere di piangere, stretta tra le tue braccia.
Accendo il telefono per guardare un attimo il tuo volto.
So solo che se capissi, saresti tutto quello che ho sempre desiderato.

___ ilBiancoEilNero



2 commenti:

  1. Come un'equilibrista in bilico su un filo sospeso su un baratro: è stata una brutta idea, ma alla fine si torna su quel filo, sapendo di correre il rischio di cadere ed infrangersi una volta per tutte. In realtà si vorrebbe solo che qualcuno mettesse una rete di sicurezza, o più semplicemente ti impedisse di andarci su quel dannato filo.

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    1. Sì. Quel filo fa enormemente paura.
      In genere sono sempre salita a fare i primi due passi e poi scesa.
      Ci vuole qualcuno lassù che ti ci porti per mano,
      che sia sempre pronto a riacciufarti se sbagli passo,
      che ti faccia smettere di guardare di sotto perchè riesci a guardare solo lui.

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