lunedì 26 gennaio 2015

L'altra me.

 
La baciavo avidamente, quell'altra me riflessa nello specchio.
La lingua roteava su quella superficie, liscia e fredda, gli occhi fissi nei suoi, i nostri seni a contatto. Completamente nude, io e lei.
Lui, seduto sul bordo del letto, si masturbava, guardandoci. Il cazzo duro e gonfio di piacere, che a guizzi brillava fin dentro i suoi occhi. Lo osservavo con la coda dell'occhio. La sua mano si muoveva su e giù su quel membro da me conosciuto alla perfezione.
Potevo sentirlo tra le mani, mentre lo guardavo. La pelle tesa, percorsa dalle vene, la cappella liscia e rosea di piacere.
I suoi occhi piantati su di me, e su di lei, li sentivo percorrere come graffi la mia pelle.
La mia bocca sulla sua, la lingua a cercare la sua lingua, mentre con una mano la toccavo.

Lei, l'altra me, era lì. Nuda. In piedi davanti a me.
Tornata, finalmente, dopo essersi nascosta per mesi dentro me. 
Potevo guardarla, toccarla, baciarla. La volevo come non mai. 

E lui. Lui la vedeva. E la voleva.

E Lui. Anche Lui era tornato.
Lo sentivo pulsare dentro di me, fino al cervello. Era tornato.
Potevo di nuovo sentire la Sua forza, il Suo ego, il Suo piacere entrarmi nel cervello e far grondare la mia figa.
Si alzò e si avvicinò a me. Con un colpo entrò nel mio culo.
Urlai, la bocca su di lei, le mani a spingerla via - Ti piace vedermi soffrire, troia?!
Tu, la mia parte nera, godi nel dolore, nella resa della mia mente a Lui, nella schiavitù del mio corpo.
Come Lui, d'altronde.

Ripresi a baciarla, la lingua in bocca per farla star zitta. Le dita nella sua figa, mentre il mio corpo sussultava sotto i Suoi colpi. Ad ogni affondo, i miei seni sbattevano contro di lei, i capezzoli duri sulla sua pelle gelida. Chiusi gli occhi.
Guardala! Guardati! - gridò strattonandomi per i capelli e costringendomi a guardarLa.
Mi sentivo soffocare, stretta tra quei due corpi. L'altra me, e l'altro Lui. Io nel mezzo.
Il Suo cazzo dentro me senza tregua, i pensieri che colavano tra le cosce, gli occhi di lei dritti dentro ai miei.
Puttaaaana! - pensai, mentre il mio corpo cedeva alle Sue spinte.
Stronzo! - gridai, mentre esplodevo di piacere.

___ ilBiancoEilNero


2 commenti:

  1. Leggendo il tuo racconto, mi è venuta voglia di scriverne un altro, per il puro piacere di lasciar libera la mia mente in una situazione così intensa ed esclusiva ...

    --

    http://youtu.be/sv8vsJ8Olqs

    [Bryan Ferry, Slave to love]

    Possibile, possibile che nessuno riesca ad amarti con un abbraccio, coccolandoti e lasciando fluire tutte le lacrime e il dolore che celi?

    Ti abbraccio, stamattina, anche se mi hai eccitato a morte raccontandomi di Lui, di come ti prende, di come ti respira, di come si insinua senza sforzo nella tua mente. Ti avvolgo di me anche se so che non posso far nulla per evitare la buia depravazione a cui Lui ti sta lentamente conducendo.

    E quando lo penso, mentre ti abbraccio e ti bacio le lacrime, lo immagino dietro di te, furioso, animale, una spinta dopo l'altra, i capelli tirati a sé per avvicinare il tuo viso alla Sua bocca bruciante, tu che urli e piangi, e mi gridi che lo odi, e poi cedi, cedi, godi da impazzire e mi vieni sulla faccia leccandomi il viso. indifferente a me, piena di Lui.

    "È un ... , mi sussurri tremando, "ma lo amo, non posso farne a meno, scorre nelle mie vene, mi dona vita".

    Continui a tremare tra le mie braccia, mentre Lui si stacca e anche tu ti giri guardandolo senza staccargli gli occhi di dosso.

    E ti rimetti in ginocchio, esattamente come eri un attimo prima del mio correrti accanto per stringerti a me.
    Di nuovo in ginocchio, dinanzi a Lui, a succhiargli le ultime stille di piacere dal sesso grondante, che sa di te.

    Maledettamente slave. Delirantemente Sua.

    Non posso fare altro che lasciarti al tuo destino. Nessuna salvezza, neanche gli angeli possono.

    Il miracolo non potrà che essere dentro di te.

    --

    Ecli

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