lunedì 29 luglio 2013

Ero Tua.

Sono uscita come mi hai ordinato.
Senza mutandine.
La gonna corta, a coprire solo l'indispensabile, il mio sesso inondato della voglia insaziabile che ho di Te.
Sono uscita così.
Cammino tra la gente.
I seni liberi sotto la camicetta, i capezzoli eretti per l'eccitazione, le cosce bagnate dai miei umori, l'odore di cagna eccitata emanato dal mio sesso.
Leggevo il piacere negli occhi degli uomini che incrociavo. E in quegli occhi cercavo Te.
Occhi famelici accesi d'istinti.
Vedevo i loro sguardi piantarsi su di me a volermi spogliare, come mani sulla pelle.
Lo sapevi, vero? Sapevi che sarei stata in difficoltà. Sapevi che non avrebbe fatto altro che aumentare la mia eccitazione.
Immaginavo il loro cazzo gonfiarsi nei pantaloni con quell'immagine, con quell'odore di femmina nelle narici.
E il Tuo. Quello che voglio, quello che bramo, quello che mi ha reso schiava.
So che è già duro, nei Tuoi pantaloni, mentre godi in ufficio del potere che hai sulla mia mente, sul mio corpo. Mentre esibisci la Tua proprietà.
Lo pensavo dentro me, mentre camminavo, dentro la mia carne, dentro il mio sesso.
Potevo quasi sentire il dolore di quel vuoto, di quell'assenza tra le gambe, mentre il mio sesso piangeva umori lungo le cosce.
Ansimavo pensandoti dentro me sotto lo sguardo di quegli sconosciuti.

Ero Tua. In mezzo a quegli uomini ero Tua.

Ero di tutti, ma ero Tua.

___ ilBiancoEilNero


7 commenti:

  1. Risposte
    1. Sì.. forse poteva essere altrettanto bello.
      Ma a me piaceva porre l'accento su quel momento.
      Su quell'esperienza. Sul fatto che anche in mezzo a tanta gente, che mi guardava, che mi desiderava, io ero comunque Sua.

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  2. Scusa, ho frainteso io, pensavo avessi usato l'imperfetto per manifestare una cosa passata, non un riferimento a quell'esperienza.
    Ho proprio interpretato male.
    Sorry :-)

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    1. Non ti preoccupare.
      E' questo il bello della scrittura: ognuno la interpreta a modo suo, vedendoci nuove immagini, nuovi dettagli, che a volte sono sfuggiti anche a chi lo ha scritto. E in effetti, quel testo, poteva essere anche interpretato come lo hai fatto tu.
      Felice che tu sia passato di qui.
      Felice del tuo commento che mi ha fatto vedere quel testo sotto un altro punto di vista.
      A presto.

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  3. Io non avrei sopportato leggere "sono tua", mi sembra quasi frutto di un contratto, di un legame che abbiamo assunto a vita, in un "per sempre" a cui non credo e che mi sembra chimera, in un'esistenza che di infinito ha forse solo il mondo nascosto oltre il tapis-roulant che ci spinge al capolinea.

    "Ero tua.

    Lo ero in quel momento, in quegli istanti, mentre "camminavo tra la gente". Lo ero mentre passeggiavo con quel compito assegnatomi, mentre ti avevo in testa, mentre mi trapassavi da lato a lato il cervello, fintamente persa nelle occhiate altrui, cibo per il mio egocentrismo. Sbranata sì dai passanti, che lasciavo godere del mio corpo affidato alle bave del loro piacere, ma assolutamente tua, nelle oscurità più sporche dell'anima, inchiodata a te in una crepa del cervello, sul fondo di un burrone senza scampo. In quel momento avrei potuto godere di più uomini, anche di tutti i passanti, ma non essere di nessuno, un oggetto in mano altrui con la testa riempita di te.

    E adesso, che sono nuovamente MIA, ansimo nella struggente e umida attesa di poter tornare ad essere TUA, una volta ancora, legata a te dal filo di un'imposizione che eseguirò docile e senza obblighi. Nonostante gli altri, che non sapranno mai che godo di loro perché ho in mente il pensiero ricorrente, e ricorsivo, di te".

    Un bacio, e grazie ad entrambi per aver trasformato una considerazione sui tempi verbali in spunti di riflessione sull'amore e la possessione.

    Ecli-in-bianco-e-nero

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    1. Esatto Ecli.
      Mi piace molto il concetto dell'istante, del momento.
      Mi piace pensare che sia una cosa vissuta in quel momento e che non tornerà più allo stesso modo.
      E hai colto in pieno quell'ero Tua. Ero Sua, con la mente riempita di Lui e il corpo solo un oggetto nelle Sue mani. Lo ero in quell'istante. Non rispondevo di me. Nè del mio corpo, nè della mia mente.

      ps: adoro Ecli-in-bianco-e-nero, questo commento è splendido

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