Ero entrata in quel bar nell'orario di chiusura per placare la sete che sentivo da un pò.
Lui era dietro il bancone. Un tipo alto, moro, ben piazzato.
"Un tè freddo, perfavore" - avevo chiesto.
"Stavo chiudendo" - disse con voce scocciata.
Prese un bicchiere, ci mise del ghiaccio e mi versò del tè.
Aveva uno sguardo torbido, impertinente, di quelli che bruciano la pelle, mentre mi guardava sorseggiare il mio tè.
Non staccava gli occhi da me. Sembrava scoparmi con gli occhi.
Mi sentivo imbarazzata, un leggero rossore coloriva il mio viso e i miei occhi cercavano rifugio nel pavimento.
Andò verso la porta del bar e la chiuse.
"Ti avevo detto che stavo chiudendo, no?" - disse, mentre spegneva le luci.
Io non risposi. Non sapevo che dire. Non mi aspettavo di ritrovarmi in quella situazione.
Il cuore comincò a battermi all'impazzata.
Volevo replicare, scappare.. e invece rimasi lì, immobile, in piedi davanti al bancone.
Lui si avvicinò a me con passo deciso. Mi sollevò con forza e mi mise a sedere su quel banco.
Mi sfiorò il volto e le labbra, mentre continuava a scoparmi con gli occhi e con quello sguardo prepotente. La mano scese lentamente lungo il collo e ad accarezzare i miei seni attraverso la camicetta.
Un fremito percorse il mio corpo che si accese di desiderio. Pensieri sfacciati nella mia mente.
Con gesto deciso strappò la mia camicetta, facendo uscire i seni, gonfi, eccitati e svelando i miei capezzoli turgidi.
Restò immobile per lunghi istanti ad osservarmi, a seguire le mie curve, seduta su quel bancone, ormai succube del suo volere e della mia eccitazione.
Poi si avvicinò e mi baciò con impeto.
La sua lingua frugava nella mia bocca senza ritegno, impossessandosi di tutti gli spazi, invadendola con il suo sapore.
Poi all'improvviso le sue labbra si allontanarono, lasciandomi stordita, abbandonata.
Mi spinse con forza sul bancone finchè mi sdraiai.
Slacciò i miei pantaloni e la sua mano si insinuò dentro scoprendo le mie mutandine umide, intrise di voglia. Scese leggermente i miei jeans e le mie mutandine, scoprendo il mio sesso.
Sentivo la mia fica pulsare e la mia voglia indecente scendere umida tra le cosce.
Ormai desideravo solo essere scopata, usata, posseduta.
La sue dita si infilarono prepotentemente tra le cosce, schiudendo le labbra e muovendosi rapide sul clitoride.
Sentivo il piacere pervadere il mio corpo, il mio cuore correre veloce e il mio respiro farsi affanoso.
Mi abbandonò di nuovo, lasciando il mio corpo urlare di desiderio.
A tratti, i fari delle macchine entravano dalle vetrate, illuminando il bancone. Potevo sentire il vociferio della gente che camminava nella strada e lo sfrecciare delle macchine.
Mi sentivo indifesa, esposta.
Prese un cubetto di ghiaccio dal bicchiere, me lo appoggiò sulle labbra e lo fece scivolare lentamente lungo il mio corpo accaldato, acceso, sui miei seni, sul mio ventre.
Era una tortura sentire quel freddo percorrere lentamente la mia pelle calda, creando brividi lungo il suo passaggio.
Poi poggiò il cubetto sul mio sesso, premendolo tra le labbra. Il mio corpo sussultò.
Inarcai la schiena sotto quel tocco gelido, come a cercare di allontanarmi.
Sentii che si slacciava i pantaloni.
Il suo sesso sfiorò la miafica e poi mi penetrò violentemente, affondando dentro di me.
Un gemito uscì dalla mia bocca.
Sentivo il suo cazzo spingersi dentro, con forza. Colpi decisi, profondi, mentre lentamente faceva scorrere il cubetto di ghiaccio sul mio clitoride.
La mia mente era come svuotata, confusa da quelle sensazioni così diverse, contrastanti, opposte.
Il freddo gelido, doloroso del ghiaccio sul mio clitoride turgido, sensibile stimolato da quel tocco, e il suo membro caldo, che si faceva spazio prepotente dentro me.
Il mio respiro diventò quasi rantolo, i miei gemiti sembravano uscire dalle viscere, instintivi, selvaggi, finchè non sentii esplodere il mio corpo.
Piccole scosse lo pervasero mentre il mio ventre si contraeva di piacere.
Mi tirò giù dal bancone. Avevo ancora la testa vuota, in preda all'orgasmo appena provato.
"Adesso succhia" - mi disse, costringendomi ad inginocchiarmi.
Avvicinò il suo cazzo alle mie labbra e me lo spinse dentro.
Sentii il suo sesso invadere la mia bocca, il suo sapore misto al mio, l'odore del sesso appena consumato.
Con le mani guidava la mia testa, a spingerlo sempre più dentro, fino a toccare la gola, fino a soffocarmi, fino a rigare il mio viso del rimmel che colava misto alle mie lacrime.
Lo vedevo osservare il mio volto contratto, le mie labbra stringersi intorno al suo sesso, la mia saliva colare all'angolo della bocca, il mio respiro affaticato, i miei occhi bagnati.
Mi lasciai scopare la bocca come una puttana, leccando con la lingua il suo membro caldo, coprendolo di saliva, e lasciandolo invadere ogni spazio,rubandomi l'aria, finchè non mi riempì la bocca con il suo piacere caldo, salato. Leccai il suo sesso fino all'ultima goccia.
"Brava" - mi disse, carezzandomi il volto.
Il suo sguardo era cambiato, compiaciuto, dolce.
Mi aiutò a rialzarmi e mi strinse tra le sue braccia.
Nella vita bianca, nell'anima nera. Diario e viaggio nell'oscurità della mia anima, sotto strati e strati di confusione e turbamento.
sabato 30 marzo 2013
venerdì 29 marzo 2013
Cambiare.
Nessuno ti cambia facendoti diventare una cosa
che non sei, ti cambia portando alla luce una parte di te che non
conoscevi ma che ti appartiene. Si cambia diventando una persona che si è
già.
___ F. Volo
___ F. Volo
Fantasie.
Ci sono sensazioni che non si possono spiegare, fantasie che non si possono raccontare, in tutto questo ci sei tu.
___ E. Bronte
___ E. Bronte
La sua bambina.
Guardavo quel che faceva di me, come si
serviva di me, non avevo mai pensato che si potesse farlo in quel modo,
andava oltre le mie aspettative, assecondava il destino del mio corpo.
Così ero diventata la sua bambina. Anche per lui ero diventata qualcosa di diverso.
___ Marguerite Duras “L’amante”
Così ero diventata la sua bambina. Anche per lui ero diventata qualcosa di diverso.
___ Marguerite Duras “L’amante”
Gli occhi.
Quando gli occhi dicono una cosa e la bocca un’altra, l’uomo avveduto si fida del linguaggio dei primi.
___ Ralph Waldo Emerson
___ Ralph Waldo Emerson
giovedì 28 marzo 2013
Accettare ciò che sono.
Prima o poi tutti gli strati cadranno, e non
potrò che accettare quella che sono, senza continuamente dovermi trovare
delle scusanti per giustificarmi di fronte alla mia coscienza.
mercoledì 27 marzo 2013
Questo momento.
Non sapeva come sarebbe andata a finire,
e neanche voleva saperlo.
Questo momento, adesso.
Soltanto questo m’importa.
___ Diego De Silva "La donna di scorta"
e neanche voleva saperlo.
Questo momento, adesso.
Soltanto questo m’importa.
___ Diego De Silva "La donna di scorta"
Vuotarmi di me e riempirmi di Te.
Svestimi dei pesanti strati che nascondono la mia essenza,
voglio vederli cadere uno a uno fino alla resa.
Lega il mio corpo e fanne oggetto del Tuo piacere.
Poi colpiscilo e dipingilo di segni della mia appartenenza,
voglio sentirli bruciare fin dentro all'anima.
Benda i miei occhi e libera il mio corpo,
voglio essere solo sensazioni e non più pensieri.
Prosciuga la mia mente e inondala dei Tuoi desideri.
Scolpiscila come pietra grezza e plasmala a Tuo volere.
Voglio vuotarmi di me e riempirmi di Te,
per sentirmi libera di essere me stessa.
voglio vederli cadere uno a uno fino alla resa.
Lega il mio corpo e fanne oggetto del Tuo piacere.
Poi colpiscilo e dipingilo di segni della mia appartenenza,
voglio sentirli bruciare fin dentro all'anima.
Benda i miei occhi e libera il mio corpo,
voglio essere solo sensazioni e non più pensieri.
Prosciuga la mia mente e inondala dei Tuoi desideri.
Scolpiscila come pietra grezza e plasmala a Tuo volere.
Voglio vuotarmi di me e riempirmi di Te,
per sentirmi libera di essere me stessa.
martedì 26 marzo 2013
Santa e Sinistra
Sarò sempre la Prostituta Vergine,
l’Angelo Perverso,
la Donna dai due volti,
Santa e Sinistra.
___ Anais Nin
l’Angelo Perverso,
la Donna dai due volti,
Santa e Sinistra.
___ Anais Nin
Coraggio.
Il coraggio non è sfidare i pericoli più grandi fuori di te, è affrontare il mostro più feroce, dentro di te.
___ Stephen Littleword
___ Stephen Littleword
La verità.
Non troverai mai la verità, se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspettavi di trovare.
___ Eraclito
___ Eraclito
Svestirsi.
Bruciano
certe parole, specialmente quando sei messa di fronte ai tuoi errori
sapendo benissimo cos'hai sbagliato. E bruciano le punizioni, quando
sono segno del tuo fallimento. Ma è ciò che serve per imparare dagli
errori e per cercare di non commetterli più.
La porta può rimanere aperta quanto vuole, ma difficilmente una schiava che appartiene ne uscirà.
Sopporterà la punizione, si rialzerà mille e mille volte, fino a svuotarsi di ogni suo desiderio, come un vestito abbandonato a terra..
Fino ad indossare solo il Suo.
___ ilBiancoEilNero
La porta può rimanere aperta quanto vuole, ma difficilmente una schiava che appartiene ne uscirà.
Sopporterà la punizione, si rialzerà mille e mille volte, fino a svuotarsi di ogni suo desiderio, come un vestito abbandonato a terra..
Fino ad indossare solo il Suo.
___ ilBiancoEilNero
Dolore.
Ho bisogno di dolore.
Dolore per redimere le mie colpe,
dolore come catarsi dei miei errori,
dolore per lenire le mie ferite passate,
dolore per domare quella bestia che mi graffia dentro fino a straziarmi.
Ho bisogno di dolore per far uscire la mia voce soffocata,
per urlare la mia appartenenza,
per sentire le lacrime uscire come rivoli dai miei occhi
portandosi con sé il tormento della mia anima.
E poi una carezza su quelle ferite brucianti,
una carezza sull'anima a sopire il suo dolore,
abbandonandomi tra le Sue braccia.
___ ilBiancoEilNero
Dolore per redimere le mie colpe,
dolore come catarsi dei miei errori,
dolore per lenire le mie ferite passate,
dolore per domare quella bestia che mi graffia dentro fino a straziarmi.
Ho bisogno di dolore per far uscire la mia voce soffocata,
per urlare la mia appartenenza,
per sentire le lacrime uscire come rivoli dai miei occhi
portandosi con sé il tormento della mia anima.
E poi una carezza su quelle ferite brucianti,
una carezza sull'anima a sopire il suo dolore,
abbandonandomi tra le Sue braccia.
___ ilBiancoEilNero
lunedì 25 marzo 2013
Fai di tutto.
Non importa se trovi o sei trovato; se si tratta del meglio, fai di tutto perché ti appartenga.
___ Damiano T.
___ Damiano T.
Divergenze che si annullano.
Divergenze e discordanze tra esseri pensanti,
dunque, ci sono e ci saranno in eterno, ma alla fine ci sarà anche
sempre il "nullo", cioè quel "puntino" quasi impercettibile in cui gli
opposti tendono ad annullarsi e a risolversi con la crescita e la
maturazione.
___ Jean-Paul Malfatti
___ Jean-Paul Malfatti
A Suo comando.
Voglio essere catturata, scopata,
posseduta dal volere di un maschio a suo piacimento,
a suo comando.
___ Anais Nin
posseduta dal volere di un maschio a suo piacimento,
a suo comando.
___ Anais Nin
Due forze.
Ci sono due tipi di forze: la forza di condurre e la forza di seguire, la forza di controllare, e la forza della resa.
Ci sono due tipi di potere: il potere di spogliare nuda un'altra anima, e la forza di stare nudo.
___ Yaldah Tovah
Ci sono due tipi di potere: il potere di spogliare nuda un'altra anima, e la forza di stare nudo.
___ Yaldah Tovah
domenica 24 marzo 2013
La pelle non la freghi.
Mi ricorderò di te anche quando mi scorderò quasi tutto di me e forse anche oltre.
La pelle non la freghi, è lì che sta la memoria.
I segni sono lividi che scottano, non te ne liberi.
___ Massimo Bisotti
La pelle non la freghi, è lì che sta la memoria.
I segni sono lividi che scottano, non te ne liberi.
___ Massimo Bisotti
Completa.
Quando ero con lui mi sentivo completa.
Non ero alla ricerca di nulla, né mi sentivo vuota o inquieta come mi succede di solito; mi sentivo bene, come se fossi finalmente io. Mi sono ritrovata a raccontargli delle cose che non avevo mai detto a nessuno.
___ Amore, zucchero e cannella
Non ero alla ricerca di nulla, né mi sentivo vuota o inquieta come mi succede di solito; mi sentivo bene, come se fossi finalmente io. Mi sono ritrovata a raccontargli delle cose che non avevo mai detto a nessuno.
___ Amore, zucchero e cannella
Istanti sospesi nel tempo.
Ho ancora il tuo sapore sulle labbra bagnate
e gonfie di voglia,
e gonfie di voglia,
la pelle piena del tuo respiro
e il tuo odore sulla pelle mi inebria i ricordi.
Il mio corpo ti parla anche senza parole,
le tue dita sul collo
traducono i battiti del mio cuore
in quell'emozioni che mi annientano.
L'eccitazione si scioglie
avvolta da quei brividi che non
riesco a mascherare.
Le dita che affondate in me,
mi mozzano il fiato
svuotando la mente,
e le parole si impigliano tra le labbra.
Ma so che ho parlato...
e tu ascoltato.
Ti sento addosso anche se non mi tocchi
mi schiaffeggi solo con le parole
e mi baci con lo sguardo.
Nuda da ogni cosa davanti ai tuoi occhi.
Mi rivesto di te.
e il tuo odore sulla pelle mi inebria i ricordi.
Il mio corpo ti parla anche senza parole,
le tue dita sul collo
traducono i battiti del mio cuore
in quell'emozioni che mi annientano.
L'eccitazione si scioglie
avvolta da quei brividi che non
riesco a mascherare.
Le dita che affondate in me,
mi mozzano il fiato
svuotando la mente,
e le parole si impigliano tra le labbra.
Ma so che ho parlato...
e tu ascoltato.
Ti sento addosso anche se non mi tocchi
mi schiaffeggi solo con le parole
e mi baci con lo sguardo.
Nuda da ogni cosa davanti ai tuoi occhi.
Mi rivesto di te.
___ Hermitage de l'ame
Sottomissione.
Gli abissi che desideravo tanto, le tenebre, la finalità, l'assoluzione.
Il fondo del mio essere toccato da un corpo che domina il mio, che inonda il mio, che insinua la sua lingua infuocata dentro di me con tanta potenza.
Henry grida: "Dimmi, dimmi quello che senti."
E io non posso.
Ho il sangue agli occhi, alla testa.
Le parole vengono sommerse.
Voglio gridare selvaggiamente, senza parole - grida inarticolate, prive di senso, dal fondo più primitivo del mio essere, che sgorgano dal mio ventre come il miele. Una gioia lacerante, che mi lascia svuotata, senza parole, conquistata, zittita.
Dio, ho conosciuto una giornata tale, una tale sottomissione femminile, un tale dono di me stessa che non può esserci più niente da dare.
___ Anais Nin "Henry and June"
Il fondo del mio essere toccato da un corpo che domina il mio, che inonda il mio, che insinua la sua lingua infuocata dentro di me con tanta potenza.
Henry grida: "Dimmi, dimmi quello che senti."
E io non posso.
Ho il sangue agli occhi, alla testa.
Le parole vengono sommerse.
Voglio gridare selvaggiamente, senza parole - grida inarticolate, prive di senso, dal fondo più primitivo del mio essere, che sgorgano dal mio ventre come il miele. Una gioia lacerante, che mi lascia svuotata, senza parole, conquistata, zittita.
Dio, ho conosciuto una giornata tale, una tale sottomissione femminile, un tale dono di me stessa che non può esserci più niente da dare.
___ Anais Nin "Henry and June"
Legami.
Tra me e lei c’è un legame che non posso descrivere a parole.
Perchè non è nelle parole, è nel corpo, nel contatto, nelle sensazioni sottopelle.
___ David Grossman
Perchè non è nelle parole, è nel corpo, nel contatto, nelle sensazioni sottopelle.
___ David Grossman
Il tocco sconosciuto.
A quattro zampre sul letto, nuda, bendata, aspetto fremente.
"Non ti muovere." - mi aveva ordinato.
Poi silenzio. Un silenzio assordante, invadente. Di quelli che ti rimbombano in testa.
Potevo percepire solo me stessa. I battiti del mio cuore accelerato, il mio respiro.
La paura, l'eccitazione. Ma nient'altro. Il resto, silenzio. Solo silenzio opprimente.
Comincio ad essere affaticata dalla posizione, le ginocchia mi fanno male, le braccia sono stanche.
Vorrei muovermi, non so da quanto sono lì ad aspettare chissà cosa.
Ho freddo. Il mio corpo è percorso da brividi, che non distinguo da quelli della paura.
Mi sento perduta. Ho perso la dimensione del tempo e dello spazio.
Tutto sembra dilatarsi all'infinito. La mente si svuota.
Poi quel tocco.
Sento sfiorare il mio viso. Sono mani diverse, non le riconosco.
Non sono le Sue.
Tutto il mio corpo si tende sotto quelle nuove mani, a cercare di capire, scoprire.
Le sento spostarmi i capelli, accarezzarmi il collo e scendere lungo la mia schiena.
Sono stordita da quella sensazione. Un tocco diverso. Dolce, sensuale, esitante, femminile.
La paura si mescola a curiosità. Vorrei poter vedere quel volto.
Quelle mani percorrono il mio corpo, facendomi inarcare la schiena come a volerle seguire.
"Non ti muovere, ti ho detto!" - la Sua voce severa rompe il silenzio, accompagnata dallo schiocco della Sua mano sulla mia natica. Un colpo secco, bruciante, che mi fa sussultare.
"Allora Lui è qui" - penso.
Tutto il mio corpo reclama la Sua presenza, vorrei poterLo vedere, poterLo toccare.
Sento un respiro vicino alla mia bocca, poi delle labbra sfiorano le mie. Labbra femminili, morbide.
Le lingue si toccano.
Mi lascio andare a quella sensazione, schiudo la bocca, la lascio invadere da quella lingua, da quel nuovo sapore.
Mi sento eccitata. Sento il mio sesso pulsare, bagnarsi.
So che Lui è lì, sento la Sua presenza, sento il Suo profumo, che potrei riconoscere tra mille.
E' lì, accanto a me, mi sta guardando. Mi sta guardando godere. Posso quasi percepire il Suo sguardo.
Poi quelle labbra si allontanano. Le cerco nel buio della benda.
Di nuovo quella sensazione. Sola, spersa. La mente vuota.
E poi la Sua mano. Riconosco il Suo tocco. Mi accarezza il viso, i capelli, prende la mia mano e la guida sul quel corpo eccitato di donna. Sento i seni, i capezzoli turgidi, quella pelle morbida e setosa.
Poi con decisione spinge giù la mia testa.
Il mio viso si ritrova tra le gambe di lei. Respiro il suo profumo, la sua voglia, sento i suoi umori sulla mia pelle.
"Leccala" mi dice mentre strattona i miei capelli. "Voglio che tu la faccia godere".
La bacio e con la lingua scorro sul suo sesso bagnato.
Sento il suo respiro cambiare, il suo sesso schiudersi, pulsante di desiderio, sotto quel tocco e inondarmi la bocca di piacere. Gusto il suo sapore avidamente.
Non posso vederla, ma i suoi gemiti confermano il piacere che le sto donando e godo nel sapere che è ciò che Lui vuole.
La mia lingua scivola tra le sue labbra gonfie di voglia e, segue piccoli cerchi sul suo clitoride, leggera poi più forte, lo mordo, lo succhio, e mi eccito mentre la sento fremere sotto i miei tocchi.
Sento il mio sesso pulsare e rivoli di piacere scendere tra le cosce.
Poi la Sua mano, il Suo tocco di nuovo sulla mia pelle. Scorre lentamente sulla mia schiena.
E le Sue dita che si insinuano nel mio sesso e affondano dentro me.
Sposto il mio bacino incontro alle Sue mani, alla ricerca di quel tocco che mi dona piacere.
Le Sue dita entrano ed escono dentro me, mentre continuo a leccare il sesso di lei.
Il mio corpo freme, i miei gemiti accompagnano quelli di lei, i respiri si uniscono, le menti si perdono nel piacere fino ad un orgasmo gridato insieme.
Le Sue mani si avvicinano al mio viso, frugano la bocca a mischiare il mio sapore con quello di lei, accarezzano il mio volto.
"Brava la mia schiava" mi dice slegando la benda.
La vedo. Lì davanti a me, ancora sospesa nel suo orgasmo.
"Non ti muovere." - mi aveva ordinato.
Poi silenzio. Un silenzio assordante, invadente. Di quelli che ti rimbombano in testa.
Potevo percepire solo me stessa. I battiti del mio cuore accelerato, il mio respiro.
La paura, l'eccitazione. Ma nient'altro. Il resto, silenzio. Solo silenzio opprimente.
Comincio ad essere affaticata dalla posizione, le ginocchia mi fanno male, le braccia sono stanche.
Vorrei muovermi, non so da quanto sono lì ad aspettare chissà cosa.
Ho freddo. Il mio corpo è percorso da brividi, che non distinguo da quelli della paura.
Mi sento perduta. Ho perso la dimensione del tempo e dello spazio.
Tutto sembra dilatarsi all'infinito. La mente si svuota.
Poi quel tocco.
Sento sfiorare il mio viso. Sono mani diverse, non le riconosco.
Non sono le Sue.
Tutto il mio corpo si tende sotto quelle nuove mani, a cercare di capire, scoprire.
Le sento spostarmi i capelli, accarezzarmi il collo e scendere lungo la mia schiena.
Sono stordita da quella sensazione. Un tocco diverso. Dolce, sensuale, esitante, femminile.
La paura si mescola a curiosità. Vorrei poter vedere quel volto.
Quelle mani percorrono il mio corpo, facendomi inarcare la schiena come a volerle seguire.
"Non ti muovere, ti ho detto!" - la Sua voce severa rompe il silenzio, accompagnata dallo schiocco della Sua mano sulla mia natica. Un colpo secco, bruciante, che mi fa sussultare.
"Allora Lui è qui" - penso.
Tutto il mio corpo reclama la Sua presenza, vorrei poterLo vedere, poterLo toccare.
Sento un respiro vicino alla mia bocca, poi delle labbra sfiorano le mie. Labbra femminili, morbide.
Le lingue si toccano.
Mi lascio andare a quella sensazione, schiudo la bocca, la lascio invadere da quella lingua, da quel nuovo sapore.
Mi sento eccitata. Sento il mio sesso pulsare, bagnarsi.
So che Lui è lì, sento la Sua presenza, sento il Suo profumo, che potrei riconoscere tra mille.
E' lì, accanto a me, mi sta guardando. Mi sta guardando godere. Posso quasi percepire il Suo sguardo.
Poi quelle labbra si allontanano. Le cerco nel buio della benda.
Di nuovo quella sensazione. Sola, spersa. La mente vuota.
E poi la Sua mano. Riconosco il Suo tocco. Mi accarezza il viso, i capelli, prende la mia mano e la guida sul quel corpo eccitato di donna. Sento i seni, i capezzoli turgidi, quella pelle morbida e setosa.
Poi con decisione spinge giù la mia testa.
Il mio viso si ritrova tra le gambe di lei. Respiro il suo profumo, la sua voglia, sento i suoi umori sulla mia pelle.
"Leccala" mi dice mentre strattona i miei capelli. "Voglio che tu la faccia godere".
La bacio e con la lingua scorro sul suo sesso bagnato.
Sento il suo respiro cambiare, il suo sesso schiudersi, pulsante di desiderio, sotto quel tocco e inondarmi la bocca di piacere. Gusto il suo sapore avidamente.
Non posso vederla, ma i suoi gemiti confermano il piacere che le sto donando e godo nel sapere che è ciò che Lui vuole.
La mia lingua scivola tra le sue labbra gonfie di voglia e, segue piccoli cerchi sul suo clitoride, leggera poi più forte, lo mordo, lo succhio, e mi eccito mentre la sento fremere sotto i miei tocchi.
Sento il mio sesso pulsare e rivoli di piacere scendere tra le cosce.
Poi la Sua mano, il Suo tocco di nuovo sulla mia pelle. Scorre lentamente sulla mia schiena.
E le Sue dita che si insinuano nel mio sesso e affondano dentro me.
Sposto il mio bacino incontro alle Sue mani, alla ricerca di quel tocco che mi dona piacere.
Le Sue dita entrano ed escono dentro me, mentre continuo a leccare il sesso di lei.
Il mio corpo freme, i miei gemiti accompagnano quelli di lei, i respiri si uniscono, le menti si perdono nel piacere fino ad un orgasmo gridato insieme.
Le Sue mani si avvicinano al mio viso, frugano la bocca a mischiare il mio sapore con quello di lei, accarezzano il mio volto.
"Brava la mia schiava" mi dice slegando la benda.
La vedo. Lì davanti a me, ancora sospesa nel suo orgasmo.
Una testa perversa.
Una testa perversa può risarcire la donna di tutti i peccati che dieci corpi sani non hanno commesso su di lei.
___ Karl Kraus "Di notte"
___ Karl Kraus "Di notte"
Legare il corpo.
Legare il corpo per liberare il piacere.
Un piacere incomprensibile ai più , la cui rarità ne aumenta il valore.
___ Appartenere non è una moda
Un piacere incomprensibile ai più , la cui rarità ne aumenta il valore.
___ Appartenere non è una moda
sabato 23 marzo 2013
Contraddizioni.
Avevo costantemente la coscienza di tutte le mie contraddizioni. Me le sentivo rodermi dentro, queste contraddizioni.
___ F. M. Dostoevskij "Memorie dal sottosuolo"
___ F. M. Dostoevskij "Memorie dal sottosuolo"
Stronzo.
Stronzo. Sì stronzo.
Ma infondo quanto mi piace quando lo fa.
Quanto mi piace esser spinta in quell'angolo.
Solo io.
Io contro me stessa e quei maledetti limiti.
Ma infondo quanto mi piace quando lo fa.
Quanto mi piace esser spinta in quell'angolo.
Solo io.
Io contro me stessa e quei maledetti limiti.
Un luogo unico al mondo..
Questo luogo è un luogo unico al mondo, una terra colma di meraviglie, mistero e pericolo... si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti..
___ Tim Burton "Alice in Wonderland"
___ Tim Burton "Alice in Wonderland"
Colui che va da solo.
Colui che segue la folla non andrà mai più
lontano della folla. Colui che va da solo è più probabile che si
ritroverà in luoghi dove nessuno è mai arrivato.
___ A. Einstein
___ A. Einstein
venerdì 22 marzo 2013
Un pensiero assiduo.
Avere un pensiero unico, assiduo, di tutte le
ore, di tutti gli attimi…non concepire altra felicità che quella
sovrumana, irraggiata della sola tua presenza sull’essere mio… vivere
tutto il giorno nell’aspettazione inquieta,furiosa,terribile
del momento in cui ti rivedrò… nutrire l’immagine delle tue
carezze,quando sei partita,e di nuovo possederti in un'ombra quasi
creata… sentirti quando io dormo, sentirti sul mio cuore viva, reale,
palpabile, mescolata al mio sangue, mescolata alla mia vita…
___ G. D’ Annunzio
___ G. D’ Annunzio
Violenta.
Oggi mi sento violenta, violenta nel mio desiderare, nel mio pensare...e le parole muiono nell'incastro tra le mie cosce e l'assenza delle tue mani!
___ Isabel De Santis
___ Isabel De Santis
Spingermi oltre.
Adoro il fatto di poter essere spinta oltre
quel recesso della mia mente che ritiene che sperimentare quelle cose
fantastiche sia sbagliato. E no, non significa essere spinta a fare
qualcosa che non voglio, costretta o cose del genere: è semplicemente
che il mio corpo reagisce prima che la mente abbia il tempo di mettersi
in pari; il mio corpo tradisce il fatto che si tratta di qualcosa che
mi fa impazzire, anche se gli occhi e le parole possono non dimostrarlo
subito, e anche se non riesco a spiegare esattamente perchè o come mi
faccia bagnare.
Più o meno il concetto è qualcuno che sa quanto oltre mi piacerebbe spingermi e mi aiuta a trovare il coraggio di farlo.
___ Sophie Morgan "Diario di una sottomessa"
Più o meno il concetto è qualcuno che sa quanto oltre mi piacerebbe spingermi e mi aiuta a trovare il coraggio di farlo.
___ Sophie Morgan "Diario di una sottomessa"
giovedì 21 marzo 2013
Occhi..
Gli occhi contro il nulla...
labbra contro gli occhi
gli occhi contro il cuore
cuore contro mente
mente contro mente.
Solo questo mi concedi,
e sembra niente,
Ma quel nulla si spande
oltre gli orizzonti piu' profondi
concimando
ogni stilla della mia anima.
Anima da aprire come un'arancia,
per farne uscire quel succo
del quale mi porgi il sapore.
___ Hermitage de l'ame
labbra contro gli occhi
gli occhi contro il cuore
cuore contro mente
mente contro mente.
Solo questo mi concedi,
e sembra niente,
Ma quel nulla si spande
oltre gli orizzonti piu' profondi
concimando
ogni stilla della mia anima.
Anima da aprire come un'arancia,
per farne uscire quel succo
del quale mi porgi il sapore.
___ Hermitage de l'ame
mercoledì 20 marzo 2013
Il parcheggio.
"Mi piacciono i parcheggi" avevo detto.
Sì, mi piacciono. Mi sono sempre piaciuti i parcheggi sotterranei. Mi ispirano sesso.
L'avevo buttata lì così, entrando nel parcheggio del centro commerciale, e scordandomene dopo cinque minuti.
Dopo una passeggiata nei negozi, sulle scale, si avvicina a me con uno sguardo che rievoca in me attimi appena vissuti.
"Ora andiamo in auto e tu mi farai un pompino" mi dice senza spostare gli occhi dai miei.
Mi sento gelare. In un attimo ricordo le mie parole.
Abbasso gli occhi per non sostenere il Suo sguardo.
Il cuore comincia a galopparmi dentro, tra la paura e l'eccitazione. In un attimo il mio sesso si bagna.
Entriamo in auto.
"Togliti la giacca" mi ordina severo.
Mi spoglio. Lentamente. Voglio prendere tempo.
Pensieri si affollano nella mia mente.
Paura di esser vista, rimpianto di aver detto quelle parole, eccitazione e desiderio di gustare il Suo sapore.
Sento il rumore della zip dei pantaloni e vedo il Suo sesso turgido tra le Sue mani.
Non posso smettere di guardarlo.
"Apri la bocca" e senza darmi tempo di replicare spinge con forza la mia testa tra le Sue gambe.
Il Suo cazzo mi entra in bocca, deciso. Lo sento, duro e caldo, riempirmi ogni spazio.
Accende l'auto e con lentezza disarmante comincia a percorrere le strade del parcheggio.
Intravedo persone che camminano e altre auto che ci incrociano.
Intanto le Sue mani tra i miei capelli stringono la mia testa e la spingono con forza contro il Suo ventre.
Sento il Suo sesso invadere la mia bocca e premere sulla gola.
La mia saliva lo avvolge e la lingua lo cerca, mentre le Sue mani guidano il ritmo.
Mi sento una puttana, mentre Lui scopa la mia bocca senza sosta.
Sento le mie mutandine bagnate. La paura scompare, mi sento trasportata dal piacere di donare piacere.
Vorrei le Sue mani dentro me a colmare la mia voglia di Lui. Vorrei che mi scopasse.
L'auto si ferma, in un posto vicino all'uscita.
Lo guardo negli occhi a cercare un consenso mentre il Suo sesso entra ed esce dalla mia bocca calda, le mie labbra lo circondano e la mia lingua scorre sulla Sua cappella.
La mia saliva cola dalle mie labbra mentre la mia voglia scende tra le gambe.
Il mio respiro si fa affanoso mentre il Suo sesso riempie la mia bocca rubandomi l'aria.
Continua a scoparmi la bocca, fino in fondo, finchè sento esplodere il Suo piacere dentro me, caldo, salato.
Mi guarda.
I miei occhi pieni di voglia, il mio respiro ansimante, la mia bocca socchiusa, mentre dalle labbra cola un piccolo rigolo del Suo piacere. Con le dita accompagna quella goccia di sè alla mia bocca.
"E' proprio vero che chi ha il pane non ha i denti.."
Sì, mi piacciono. Mi sono sempre piaciuti i parcheggi sotterranei. Mi ispirano sesso.
L'avevo buttata lì così, entrando nel parcheggio del centro commerciale, e scordandomene dopo cinque minuti.
Dopo una passeggiata nei negozi, sulle scale, si avvicina a me con uno sguardo che rievoca in me attimi appena vissuti.
"Ora andiamo in auto e tu mi farai un pompino" mi dice senza spostare gli occhi dai miei.
Mi sento gelare. In un attimo ricordo le mie parole.
Abbasso gli occhi per non sostenere il Suo sguardo.
Il cuore comincia a galopparmi dentro, tra la paura e l'eccitazione. In un attimo il mio sesso si bagna.
Entriamo in auto.
"Togliti la giacca" mi ordina severo.
Mi spoglio. Lentamente. Voglio prendere tempo.
Pensieri si affollano nella mia mente.
Paura di esser vista, rimpianto di aver detto quelle parole, eccitazione e desiderio di gustare il Suo sapore.
Sento il rumore della zip dei pantaloni e vedo il Suo sesso turgido tra le Sue mani.
Non posso smettere di guardarlo.
"Apri la bocca" e senza darmi tempo di replicare spinge con forza la mia testa tra le Sue gambe.
Il Suo cazzo mi entra in bocca, deciso. Lo sento, duro e caldo, riempirmi ogni spazio.
Accende l'auto e con lentezza disarmante comincia a percorrere le strade del parcheggio.
Intravedo persone che camminano e altre auto che ci incrociano.
Intanto le Sue mani tra i miei capelli stringono la mia testa e la spingono con forza contro il Suo ventre.
Sento il Suo sesso invadere la mia bocca e premere sulla gola.
La mia saliva lo avvolge e la lingua lo cerca, mentre le Sue mani guidano il ritmo.
Mi sento una puttana, mentre Lui scopa la mia bocca senza sosta.
Sento le mie mutandine bagnate. La paura scompare, mi sento trasportata dal piacere di donare piacere.
Vorrei le Sue mani dentro me a colmare la mia voglia di Lui. Vorrei che mi scopasse.
L'auto si ferma, in un posto vicino all'uscita.
Lo guardo negli occhi a cercare un consenso mentre il Suo sesso entra ed esce dalla mia bocca calda, le mie labbra lo circondano e la mia lingua scorre sulla Sua cappella.
La mia saliva cola dalle mie labbra mentre la mia voglia scende tra le gambe.
Il mio respiro si fa affanoso mentre il Suo sesso riempie la mia bocca rubandomi l'aria.
Continua a scoparmi la bocca, fino in fondo, finchè sento esplodere il Suo piacere dentro me, caldo, salato.
Mi guarda.
I miei occhi pieni di voglia, il mio respiro ansimante, la mia bocca socchiusa, mentre dalle labbra cola un piccolo rigolo del Suo piacere. Con le dita accompagna quella goccia di sè alla mia bocca.
"E' proprio vero che chi ha il pane non ha i denti.."
martedì 19 marzo 2013
Toccare una mente..
Toccare una mente è assai più complicato che toccare un corpo, perché un corpo puoi stringerlo in un letto ma una mente no.
Una mente va dove vuole.
Quando resta, una mente, vuole darti tutto, vuole darsi davvero.
Oltre presenze e assenze, oltre distanze e vicinanze, oltre quello che puoi dire o non dire, fare o non fare.
È ubiquamente tua.
Sa sorriderti più delle labbra, quando si accorge che non vuoi possederla ma prendertene cura.
Ed è questo il miracolo profondo, il senso denso di un vero incontro.
Questo l’apice di ogni corrispondenza d’anima.
Questo il senso di appartenenza.
Partire per restare.
Viaggiare senza spostarsi ma andare dappertutto.
Mantenersi sempre un po' selvatici ma farsi attraversare oltre i limiti dei propri confini.
E lasciarsi finalmente contaminare gli occhi da radici felici.
___ Massimo Bisotti
Una mente va dove vuole.
Quando resta, una mente, vuole darti tutto, vuole darsi davvero.
Oltre presenze e assenze, oltre distanze e vicinanze, oltre quello che puoi dire o non dire, fare o non fare.
È ubiquamente tua.
Sa sorriderti più delle labbra, quando si accorge che non vuoi possederla ma prendertene cura.
Ed è questo il miracolo profondo, il senso denso di un vero incontro.
Questo l’apice di ogni corrispondenza d’anima.
Questo il senso di appartenenza.
Partire per restare.
Viaggiare senza spostarsi ma andare dappertutto.
Mantenersi sempre un po' selvatici ma farsi attraversare oltre i limiti dei propri confini.
E lasciarsi finalmente contaminare gli occhi da radici felici.
___ Massimo Bisotti
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