domenica 24 marzo 2013

Sottomissione.

Gli abissi che desideravo tanto, le tenebre, la finalità, l'assoluzione.
Il fondo del mio essere toccato da un corpo che domina il mio, che inonda il mio, che insinua la sua lingua infuocata dentro di me con tanta potenza.
Henry grida: "Dimmi, dimmi quello che senti."
E io non posso.
Ho il sangue agli occhi, alla testa.
Le parole vengono sommerse.
Voglio gridare selvaggiamente, senza parole - grida inarticolate, prive di senso, dal fondo più primitivo del mio essere, che sgorgano dal mio ventre come il miele. Una gioia lacerante, che mi lascia svuotata, senza parole, conquistata, zittita.
Dio, ho conosciuto una giornata tale, una tale sottomissione femminile, un tale dono di me stessa che non può esserci più niente da dare.

___ Anais Nin "Henry and June"

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