giovedì 14 marzo 2013

Ricordi.

E poi ci sono i ricordi. Comunque vada ci sono quelli e io Le sono grata di averli.
I ricordi, le sensazioni vissute, le esperienze scambiate, la scoperta di sè e dell'altro, la crescita interiore.
E' strano come certi ricordi possano non essere solo immagini mentali.
Io i ricordi li conservo sul mio corpo. Li posso sentire sul mio corpo.
La mia pelle conserva la sensazione delle Sue mani, forti, che prendono senza chiedere il permesso, stringono la gola, tirano i capelli, schiafeggiano, entrano dentro come coltello, fino a toccarti l'anima..
Mani che sanno essere anche dolci.. una carezza, un abbraccio quando ce n'è bisogno, a consolarti, a capire, proprio quando il tuo corpo la richiede.
Gesti bruschi, decisi, a prendere ciò che è Suo; gesti dolci a proteggere, guidare, oltre la paura.
Tutto e il contrario di tutto.
Come il mischiarsi di piacere e dolore, paura e desiderio, senso di costrizione e libertà.
Come la cera calda che cola, mentre Lui mi da piacere con il Suo sesso.
Confini sfumati di opposti, che inebriano la mente fino a portarla in un travolgere di sensazioni.
Come la voce decisa che ordina e la voce amica che ascolta.
I rumori dei nostri corpi, i respiri, i battiti del cuore, i gemiti di piacere e di dolore, e la voce.
Sì.. La voce. Posso ancora sentirLa nel mio orecchio, nonostante tutti questi giorni passati.
Posso ancora sentire l'effetto che mi fa.. il mio corpo che trema e che si eccita ad eseguire i Suoi ordini, che gode nel soddisfarLa.
Posso anche sentirla mentre mi consola e mi aiuta a superare le mie ferite.
Tutto e il contrario di tutto.
Come l'amaro del caffè e il dolce della panna, nel cocktail che abbiamo bevuto la prima sera, il sapore del Suo piacere caldo, salato nella mia bocca ingorda di Lui, e il mio, acido, leccato dalle Sue dita, dopo che mi hanno regalato piacere..
Come il profumo della benda sugli occhi, mischiato a quello del sesso, al Suo profumo che potrei riconoscere, come un animale, tra mille.
Come quello sguardo torbido, perverso, che mi penetra dentro e mi spoglia delle mie maschere, e il mio perso, indifeso, affidato a Lui.
Tutto e il contrario di tutto. Bianco e Nero. Piacere e dolore. Master e slave.
Opposti che fondendosi, si completano.

I ricordi.

Le sono grata di ciò che mi ha donato, comunque vada, e conserverò i ricordi come un bene prezioso.

Non mi aspetto più nulla.
Come quel giorno in quella stanza d'albergo con la faccia al muro.
In fondo, non mi aspettavo nulla, non sapevo cosa poteva accadermi, se mi sarebbe piaciuto e cosa sarebbe successo dopo il nostro incontro.

Non mi aspetto più nulla. Semplicemente, aspetto.




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