domenica 3 marzo 2013

Punizione.

Piegata in avanti sul letto, aspetto la mia punizione.
Mi sento esposta, indifesa.
Con la paura palpabile nell'aria, mi chiedo se riuscirò a sopportare quel dolore.
Sento la Sua presenza dietro di me, il sibilo della cinghia che si sfila e il tintinnio del metallo..
Sento il cuore scoppiarmi dentro e tutto il mio corpo si tende in attesa del primo colpo.
"Adesso conta"
Silenzio. Un silenzio infinito che mi fa fluttuare nel vuoto.
Ed ecco il primo colpo che arriva.. "Uno."
e poi un'altro e un'altro ancora..
Lo schiocco della cinghia sulla pelle rompe ritmicamente il silenzio della stanza.
Chiudo gli occhi e continuo a contare con un filo di voce. "Dodici, tredici.."
Il mio corpo fluttua ad ogni colpo e poi si tende in attesa del prossimo, il respiro esce violento dalla bocca quando la cinghia colpisce con forza il mio culo.
Non so se riuscirò ad arrivare in fondo. 40 aveva detto, so che non ci saranno sconti.
Stronzo - penso - e stringo la coperta tra le mani.
Sento il bruciore che si accumula sul mio culo e il dolore che diventa più intenso ad ogni colpo.
Comincia una sfida con me stessa, per distogliere la mente dal pensiero dei colpi rimanenti.. Rannicchio me stessa in un angolo della mente, cercando di sopportare il dolore. Mi sento messa al muro, lotto con la voglia di pronunciare quella parola che farebbe finire tutto, ma il mio orgoglio non me lo permette.
"Venticinque, ventisei, ventisette.."
all'improvviso la sensazione cambia, lì nel buio di quell'angolo di mente, sento il mio corpo che cede, la tensione che scende, il mio sesso che si bagna e il dolore che si confonde con il piacere..
"Trentadue.."
Ormai ogni centimentro di pelle disponibile è stato colpito e pervaso dal dolore.
"Trentanove, quaranta.."
Mi accascio sul letto, fiera di essere arrivata in fondo e di aver obbedito.


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