Sdraiata sul letto, tremo di paura.
Mi sfida, toccando la mia ferita più profonda.
Una benda a nascondere le lacrime,
una benda a chiudere gli occhi per non vedere più quelle immagini.
La mia voce impregnata di paura che riesce a dire solo No.
Lo sento tra le mie gambe..
non è di Lui che ho paura.
Ho paura delle mie ombre, ho paura di quella ferita, ho paura di me stessa.
Le mie mani a toccare il mio sesso, la Sua lingua tra le dita.
Tremo.
Vorrei gridare il mio dolore, ma la voce non esce.
Un urlo muto.
La mente si annebbia, mentre la ferita sanguina.
Tutto trema.
Sento la Sua lingua toccarmi. Trattengo il respiro.
Nessuno era più riuscito a farlo.
È un atto di fiducia totale.
Sento sfiorarmi l'anima,
sento entrarmi dentro come nessuno era riuscito a fare,
sento crollare i muri,
mi sembra che mi accarezzi il cuore.
Un dolore terribile, che proviene dalle profondità delle viscere,
un dolore che si alleggerisce ad ogni tocco, e si mischia a dolcezza,
un dolore che fa soffrire, mentre scaccia altro dolore,
un dolore che mi lega a Lui e mi fa sentire Sua.
Gli sono grata per quel dolore.
Nessuno aveva mai provato a curarmi,
nessuno aveva mai capito quanto profondo potesse essere quel taglio,
nessuno mi aveva fatto sentire così profondamente Sua.
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