Lo guardai perplessa. "No, grazie. Non ne ho bisogno."
"Scendi a vedere se ci sono delle scarpe che ti piacciono." Stavolta era un ordine.
La Sua voce era decisa, autoritaria. Il Suo sguardo non dava possibilità di replicare.
Scesi le ripide scale verso il negozio, chiedendomi cosa avesse in mente.
Lui mi seguiva. "Guarda se c'è qualcosa che ti piace."
Mi guardai intorno. Non c'era un paio di scarpe che attirasse la mia attenzione.
Intanto un commesso si era avvicinato a me per chiedermi se avessi bisogno di aiuto.
Mi voltai verso di Lui. Era sulle scale.
"La signorina vuole provare delle scarpe." - disse, rivolgendosi al commesso.
Mi resi conto che non avevo scampo. Dovevo sceglierne un paio e provarle. Era ciò che voleva.
Indicai al commesso un paio di scarpe a caso e mi avvicinai allo sgabello per sedermi.
Quando lo vidi, immediatamente mi fu chiaro qual'era l'intento.
Imbarazzata mi sedetti sullo sgabello, cercando di scendere il più possibile la gonna a nascondere le autoreggenti, che spuntavano sfacciate.
Mi girai a guardarlo. Aveva quel sorriso stampato sulla labbra di chi la sa lunga.
"Stronzo." pensai. "Il solito stronzo."
Il commesso si avvicinò con le scarpe.
Mi tolsi gli stivali e cominciai a provarmi le nuove scarpe.
Ero in difficoltà, mi contorcevo nei movimenti per evitare che si vedessero le mie minuscole mutandine e le autoreggenti mentre mi piegavo ad allacciare le scarpe. Ma la gonna non mi aiutava.
Sudavo freddo sotto lo sguardo del commesso, e il mio volto tradiva l'imbarazzo, ma ero stranamente eccitata.
Le scarpe erano grandi. Avrei potuto far finta di niente e andarmene, ormai avevo eseguito l'ordine.
Mi girai a guardarLo. Lui era lì, impassibile, a metà scala, che godeva delle mie difficoltà e della scena.
Pensai "Se è questo che vuole, allora gioco fino in fondo."
Chiesi al commesso se potevo avere la misura più piccola.
E ricominciai tutto da capo.
Tolsi l'altro paio più grande e provai quello più piccolo, sotto gli occhi attenti del commesso.
Stavolta ero sfacciata. E sfacciatamente godevo del Suo ordine.
Mi facevo guardare come voleva Lui, volevo quegli occhi su di me, sulle mie gambe, tra le mie gambe e ne traevo piacere.
Indossate le scarpe, mi alzai. Erano perfette.
Mi girai verso di Lui, per capire cosa dovevo fare.
"Ti sei fatta guardare abbastanza. Ringrazia e andiamo."
Sorrisi.
Ringraziai il commesso e me ne andai.
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